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CAIVANO, oltre la denuncia dei dirigenti c’è il ritorno di fiamma tra Monopoli e la Damiano

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CAIVANOSimone Monopoli ha inviato una lettera all’Ambito 19 con la quale ha delegato come componente dell’ufficio di Caivano nella commissione di gara in riferimento alle politiche sociali la Dott.ssa Anna Damiano, che nonostante agli atti vi sia una nota dell’ANAC che chiede lumi su chi fossero i vecchi dirigenti e quindi commissari di gara i cui parenti lavorassero ancora con le cooperative vincitrici di appalti. A quanto pare di tutta questa storia nessuno ne vuole parlare e nel merito la dirigente alle politiche sociali di Afragola che è anche la dirigente dell’Ambito 19 Alessandra Iroso, non si sa se ha dato o no una risposta all’ANAC e ne tanto meno cosa c’è scritto in questa risposta laddove ci sia stata.

Sicuramente nelle segrete stanze, i politici hanno parlato dei vari conflitti d’interesse specialmente sulla questione parentopoli, anche perchè in attesa che la Iroso renda nota la risposta data all’ANAC, non vuole iddio che la dirigente Damiano incappasse in qualche legame di parentela con qualche dipendente di qualche appaltatrice. Monopoli certamente, dopo che ha dichiarato guerra ai dirigenti perché rei di aver messo su un sistema di clientele, non ci farebbe una bella figura.

Anche se le motivazioni delle scelte di Monopoli, sono sempre comprese a posteriori, in quanto è stato dimostrato che c’è sempre un motivo sottile che a primo impatto non emerge, infatti altra notizia che in questi giorni è notare che i titolari delle cooperative sociali che partecipano agli appalti girano in compagnia dei consiglieri comunali, sempre gli stessi, la domanda sorge spontanea: Di cosa possono mai parlare i titolari delle cooperative che partecipano alle gare d’appalto con i consiglieri, i cui comuni di appartenenza, esprimono i componenti nella commissione di gara?

Il ritorno della Damiano è il simbolo del fatto che la guerra ai vecchi dirigenti messa su da Monopoli è solo una maschera per salvare la faccia all’amministrazione oppure, non avendo meglio in organico, è costretto a fare queste scelte, di volta in volta, a scongiurare anche qualche pratica perversa che si annida anche tra le fila della sua maggioranza in continuità col passato o sta solo tentando di accontentare il consigliere Alibrico Giamante che passando in maggioranza andrà a rafforzare il suo consenso? Lo scopriremo solo vivendo.

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De Luca torna sull’argomento: “Don Patriciello non ha il monopolio della lotta contro la camorra”

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NAPOLI – Non si placa la polemica intorno alle parole dichiarate dal Governatore De Luca nel suo intervento social a riguardo la satira usata nei confronti del prete Maurizio Patriciello.

Dopo il botta e risposta avuto direttamente con la Premier Meloni, il Presidente della Regione Campania è tornato di nuovo sull’argomento e alcuni minuti fa, attraverso la sua pagina social ha scritto: “In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.

Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.

Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.

Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Il pensiero che parecchi cittadini hanno sempre formulato ma che hanno sempre represso finalmente si è palesato nelle parole del Governatore De Luca. Come li definiva Leonardo Sciascia, questi personaggi possono essere ascritti tra i “professionisti dell’antimafia” mentre c’è gente che in maniera silente e mettendo a repentaglio la propria vita, senza alcuna protezione, lotta contro la criminalità mettendo alla luce tutte le sue malefatte ogni giorno.

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CAIVANO. Occupazioni abusive al Parco Verde. Dissequestrate due abitazioni dal Tribunale del Riesame.

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CAIVANO – Prosegue il processo di legalità nel comune gialloverde e precisamente al Parco Verde. I lavori della Procura volti ad individuare le occupazioni abusive all’interno dell’agglomerato caivanese stanno proseguendo e all’interno di essi c’è da registrare l’ottimo lavoro svolto dall’Avv. penalista e Prof. di Diritto Penale Michele Dulvi Corcione che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati per due famiglie sue assistite.

Infatti, per due famiglie caivanesi del Parco Verde è terminato l’incubo grazie al fatto che il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha annullato il sequestro degli immobili che secondo la Procura della Repubblica risultavano essere occupati abusivamente.

A quanto pare, queste, sono state le uniche due famiglie a godere di tale provvedimento. Come ebbe a dire anche il Prefetto Michele Di Bari, ogni caso è a se e queste due famiglie, grazie al solerte lavoro del loro avvocato, sono riuscite a dimostrare l’effettivo lecito utilizzo del proprio immobile. Tutto bene ciò che finisce bene.

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Stupro di Caivano, chiesti 12 e 11 anni per i due maggiorenni del branco

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12 anni e 11 anni e 4 mesi di reclusione per i due maggiorenni ritenuti coinvolti nelle violenze sessuali subite due cuginette di 12 e 10 anni di Caivano.
E’ quanto richiesto dalla Procura di Napoli Nord, avanzata oggi dal Pubblico Ministero, Giuseppe Vitolo, al termine della requisitoria nella quale è stato evidenziato soprattutto l’aspetto umano e sociale del comune dell’hinterland caivanese in cui l’assenza dello Stato è evidente, secondo quanto sottolineato proprio dal pm.

Per il Sostituto Procuratore di Napoli Nord il personaggio perno delle violenze sarebbe stato il 18enne Pasquale Mosca, per il quale ha richiesto 12 anni di carcere perché non sussistenti le attenuanti generiche; 11 anni e 4 mesi è – invece – la richiesta formulata per Giuseppe Varriale, 19enne.

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